GLI ELEMENTI DELLA CULTURA
La cultura come quadro sociale di riferimento. Identità culturale
Una cultura può essere definita come un sistema di soluzioni o risposte trovate da una società particolare ai problemi della esistenza: Perché siamo qui? Quale genere di organizzazione sociale dovremmo adottare? Come ci nutriremo? Come ci vestiremo? Dove andremo a vivere? Che genere di educazione dovremmo dare ai nostri figli? ecc.
Se analizziamo queste «soluzioni» o «risposte» si possono distinguere tre elementi:
- Il sistema di giustificazione, che trae origine dal campo di credenze fondamentali, risponde ai grandi «perché» dell'esistenza umana, rende chiari i significati e giustifica i valori e le norme. Esso è molto stabile in una società e può durare per secoli senza che vengano apportati grandi mutamenti. Quando, in una particolare società, esistono diversi «sistemi di giustificazione», la società viene detta «pluralistica». Se c'è soltanto un sistema accettato quasi unanimemente, la società viene detta omogenea.
- I valori costituiscono gli obiettivi perseguiti da tutto il corpo sociale o da una sua parte significativa. Parlando in generale, essi pure sono abbastanza stabili ed indicano gli obiettivi sociali a lungo termine che una certa società desidera raggiungere. Nel mondo, oggi, «lo sviluppo» è un buon esempio di un valore al quale ogni società si dedica. In generale i valori sono oggetto di attaccamento affettivo, e possono costituire elementi trainanti nella vita di un Paese o di una società.
− Le norme sono le soluzioni concrete adottate per raggiungere gli obiettivi. Prendendo l'esempio dato prima, perché il suo sviluppo avvenga, un Paese può adottare un modello di crescita «pianificato», un altro un modello di economia «di mercato» e ancora un altro un modello di economia «mista». Dato che le norme provengono dall'adattamento dei mezzi ad uno scopo prescelto, esse non sono oggetto di un attaccamento affettivo, e possono venir messe in discussione o cambiate in breve tempo
.
La cultura dà il suo «significato» alla vita di una società ed alla vita di ognuno dei suoi membri. Essa offre all'uomo una struttura di riferimento che gli permette di sapere da dove viene, dove va e perché fa ciò che fa.
La cultura crea così una «testimonianza sociale». Senza che l'uomo se ne accorga, la cultura determina le regole secondo le quali l'uomo giudica la bellezza o la bruttezza della gente e delle cose, i tipi di cibo che sono considerati raffinati o squisiti, quelli che sono considerati «normali» o «di ogni giorno» e infine quelli che sono considerati ripugnanti
. Alcune tribù primitive usavano spalmare le loro facce di nero per svolgere propriamente delle cerimonie rituali. Ciò può sembrare «strano» a noi oggi, ma per loro tuttavia aveva un significato ben stabilito.
Ad un certo punto nella storia di molte etnie la religione è stata l'istituzione dominante della vita sociale. Ciò ha lasciato segni profondi - materiali e simbolici - sulle culture interessate. Questo è vero ancora oggi in un certo numero di Paesi.
Per un periodo abbastanza lungo della sua storia, un'istituzione particolare può avere avuto un carattere dominante nei riguardi della cultura di una certa società e avrà influenzato il resto della vita sociale. Oggi molta gente sostiene che lo sport - specialmente lo sport di squadra ad alto livello - ha assunto l'aspetto di un culto. Così noi parliamo di
«una sorta di comunione tra i sostenitori e la loro squadra», dell'«euforia della vittoria», e una partita è descritta come «sacra». In alcuni Paesi la vita si ferma per parecchie ore: i fanatici non perdono la partita per nulla al mondo!
Attraverso la cultura l'uomo acquisisce perciò un'identità culturale. Ognuno è più o meno segnato dalla società nella quale è stato educato. Anche se egli vive in altri Paesi, impara le lingue di altre culture e sa come comportarsi là, in generale non può eliminare l'impronta iniziale della propria cultura. Per questa ragione si dice che la sua personalità è stata «segnata» o «plasmata» dalla sua cultura originaria.
Con la sua identità culturale l'uomo impara a guardare il mondo in un certo modo e a giudicare gli eventi dal suo punto di vista, con la sua ottica, con il suo approccio.
L'identità culturale dell'individuo
Questo termine investe due significati molto importanti. Il primo riguarda il concetto di "identità", una percezione di identità non solo individuale: essa comporta un aspetto soggettivo (la percezione dell'autoidentificazione e della propria esistenza nel tempo e nello spazio) ed un aspetto relazionale e collettivo (la percezione che gli altri riconoscono all'individuo la sua identificazione e la sua continuità).
Il termine "culturale" ha, invece, un significato più tipicamente antropologico e sociologico. Esso deriva dal termine "cultura", concepito come patrimonio globale evolutivo dell'individuo e dei gruppi sociali ai quali questi appartiene. Questo patrimonio culturale è dunque formato dalle norme di condotta, dai valori, dagli usi e dal linguaggio che uniscono o diversificano i gruppi umani. Quando parliamo di identità culturale di una persona indichiamo la sua identità culturale globale, cioè una costellazione di svariate identificazioni particolari riferite ad altrettante appartenenze culturali distinte, in processo dinamico costante.
L'identità si compone di diversi elementi che si possono definire appartenenze e che possiamo rappresentare graficamente con una margherita.
Al centro della margherita c'è l'IO, mentre i singoli petali, rappresentano le tante parti dell'identità propria di un individuo, ciascuna derivante da un particolare "contatto" avvenuto tra quella persona e il proprio ambiente.
• Età
• Stato sociale
• Fenotipia
• Territorio
• Sesso
• Politica
• Religione
• Professione
• Lingua
Se ognuno di noi costruisse la propria margherita vedremmo subito che ci sono delle differenze, ma anche nell'ipotesi che tutti avessimo le stesse appartenenze ci accorgeremmo che il modo in cui le viviamo è profondamente diverso.
Allo stesso modo l'analisi della margherita fatta oggi da ciascuno di noi e ripetuta tra qualche anno metterebbe in luce parecchie differenze, come ben descrive Amin Maalouf nel suo libro "L'Identità" Ed. Bompiani
L'uomo è stato definito come un essere costruttore di cultura. La cultura è un attributo universale dell'uomo, ma come tale essa non può essere definita che in termini di categorie generali che fondano la comune umanità dell'uomo. Concretamente la cultura non esiste che "particolareggiata" in funzione della diversità delle società umane.
Ogni gruppo umano si è trovato o si trova davanti alla necessità di situarsi in rapporto a un tutto esistenziale, di regolare i rapporti con la natura (adattamento alla e della natura), i rapporti con la materia (tecniche e arti), i rapporti tra l'uomo e il suo corpo (nutrirsi, vestirsi, alloggiarsi), i rapporti tra uomini e donne (sessualità e amore), i rapporti tra i diversi membri del gruppo (ruoli sociali, regole di parentela, leggi, comportamento verso i bambini, gli anziani o gli stranieri, costumi, etica), tra l'uomo e l'aldilà o le forze soprannaturali (religione, credenze, magia).
In ogni gruppo umano, la cultura svolge una triplice funzione.
1. Innanzitutto e globalmente, essa costituisce l'ambiente umano che permette l'adattamento delle società al loro ambiente: il gruppo e gli individui trovano dei modelli di risposte, più o meno elaborati e più o meno soddisfacenti ai loro bisogni, ai loro desideri e alle situazioni in cui vivono, alle loro interrogazioni e alle loro angosce.
2. La cultura svolge inoltre una funzione sociale essenziale creando un universo simbolico e mentale fatto di modelli di condotta, di norme di azione, di maniere di pensare e di agire, di credenze. Tale universo simbolico crea un legame tra i membri del gruppo e permette loro di comunicare nella cooperazione o nel confronto.
3. La cultura esercita, infine, un'influenza molto profonda sulla personalità che essa modella marcandola della sua impronta quasi indelebile.
Questa situazione generale è comune a tutte le società umane. Quello che è particolare a ciascuna è la risposta specifica che si è dato a questo insieme di problemi. È tale risposta che dà a ogni società un profilo riconoscibile fra tutte le altre. Queste risposte non sono scritte nel patrimonio genetico dell'uomo. Egli le deve inventare con il suo cervello, le deve produrre collettivamente ed esse devono essere riconosciute e adottate dal gruppo.
L'unica specie umana si frantuma così in gruppi umani distinti che esprimono intorno a sé questo ambiente che si chiama cultura e che è all'origine di differenti maniere di essere uomini.
In senso antropologico non si può parlare di cultura che in un senso dinamico: la cultura è la risultante dell'atteggiamento creatore degli individui e dei gruppi di fronte alla realtà. L'approccio alla cultura di un gruppo determinato, soprattutto qualora emigri in un altro contesto culturale, deve essere rapportato alle variabili fondamentali del tempo e dello spazio. Quando si parla della cultura d'origine, essa deve essere messa in rapporto al suo contesto temporale (ieri, oggi, domani) e spaziale (la sua evoluzione nel paese di origine o nella regione di nuovo insediamento).
La cultura può essere così definita come un sistema di maniere di sentire, di pensare, di agire, di vivere che è comune a un gruppo umano. Questo sistema condiviso, appreso e trasmesso nella società costituisce il gruppo come un gruppo distinto tra gli altri gruppi umani. È in questa stessa società che l'individuo elabora coscientemente e incoscientemente la sua esperienza individuale non paragonabile a nessun'altra. È esatto quindi affermare con l'antropologo americano Clyde KLUCKHOLN, che dal punto di vista della cultura "ogni uomo è simile a tutti gli altri, simile a qualche altro, simile a nessun altro". È proprio la seconda proposizione, "ogni uomo è simile a qualche altro", che può servire come punto di partenza per l'analisi dell'identità culturale, che è concretamente l'identificazione a uno o a più gruppi culturali determinati. L'identità culturale si distingue dall'identità etnica, coscienza collettiva di un gruppo fondato su dati obiettivi quali la lingua, la storia. la stirpe, la religione. Vi è uno scarto più o meno pronunciato ma sempre reale tra identità etnica e identità culturale. L'identità etnica è il primo momento dell'identità culturale. Ridurre l'identità culturale all'identità etnica equivale a ridurre l'identità culturale a una sola delle identità significative che gli individui e i gruppi possiedono e condurrebbe all'annientamento dell'identità reale dell'individuo, identità che è un'entità multidimensionale. Il problema dell'identità etnica sorge quando il gruppo etnico entra in contatto con altri gruppi e quando i sistemi culturali corrispondenti si confrontano.